Chissà cosa hai pensato, vedendoci arrivare, quel giorno di
due anni fa! Carichi di valigie, borse, zainetti, accaldati, scapigliati,
pallidi, smarriti e impacciati (come sempre ci capita quando arriviamo, per la
prima volta, in un luogo). Eravamo desiderosi di riporre in tutta fretta le
nostre “cianfrusaglie” dopo tanta calura e afa cittadina, e prenderci qualche settimana di riposo
buttando a mare tutto. Con noi c’era il mio vecchio
adorato padre…per lui è uno sforzo solo fare dei passettini, figuriamoci camminare
dopo essere stato immobile per ore in auto! Un gran bel trio!
Tu eri lì, come se ci aspettassi da sempre. Seduta vicino
all’ingresso principale, con tuo marito immancabilmente accanto, coi tuoi bellissimi capelli grigi, pettinati
perfettamente, i grandi mobili e vivaci occhi scuri, vestita in modo
impeccabile, con calze e sandali. Ecco cosa mi ha colpito! Calze e sandali? Tutti giravano in canottiera, pantaloncini, copricostume…
Da tutta la tua persona emanava una pulizia, una freschezza
e un ordine che quasi stonava con lo stereotipo della località di mare.
Al nostro passaggio ci hai dato il benvenuto chiedendoci con
discrezione se eravamo dei novellini, ed io, sempre un pochino preoccupata per
tutto, ho tirato un respiro di sollievo per una accoglienza del genere da parte di una
sconosciuta. Un gran bel inizio e, per giunta, mi avevi già gettato un sortilegio con tuoi occhioni dolci pieni di interesse!
Sei diventata un punto fermo per me, che bello scambiare due
chiacchiere di primo mattino a colazione, poi al caffè di mezzodì nonché alle
confidenze pomeridiane o serali.
Ho conosciuto una donna coraggiosa, hai saputo lottare con un
dolore che ti ha portato notevoli carenze
fisiche, tanto da doverti appoggiare a tuo marito per mille necessità.
Nonostante i diversi interventi non hai mai smesso di lavorare, anche da
seduta, hai sempre aiutato i figli e i
nipoti, sei diventata bisnonna (che orgoglio nel mostrare la foto della tua
pronipote), sei stata sempre accanto a tuo marito anche nell’orto (ma ti portava in braccio?) hai pulito e cucinato deliziosi manicaretti coi
prodotti della tua terra che con orgoglio distribuivi alla tua famiglia.
Ho conosciuto un’anima sensibile e bella, che ha saputo raccogliere
intorno a sé tante persone, non per nulla il tuo tavolo era il più affollato. Si
doveva aspettare il proprio turno per salutarti… Hai il raro dono di saperti
raccontare senza alcuna ipocrisia e, nel tuo darti, raccogli mettendo in circolazione
bontà, simpatia, sincerità a ruota libera.
Mi hai telefonato due mesi fa perché non mi avevi vista ad
un raduno ed eri preoccupata. Mi hai detto che stavi bene e ti sei informata
sulla mia salute e sul matrimonio di mia figlia. Ti ho promesso di farmi
sentire e…lo faccio qui, ora, adesso, subito, dopo che qualcuno mi ha informata
della tua improvvisa partenza.
Non potrò sentire più la tua voce, non ti potrò vedere,
toccare, abbracciare ma tu sai che non ti dimenticherò. Mai!
Ciao Gesuina.
Carlè