VIOLA
“Ho sfilato le autoreggenti dal cassetto, mentre voi vi stavate
chiedendo come mai il mondo cambiò all’inizio del secolo scorso, ho infilato
una gonna abbastanza lunga da sembrare una signora per bene, mentre il fascismo
s’impadroniva del nostro paese, ho allacciato la cintura al penultimo buco,
mentre Luce ti chiedeva com’è stato possibile dare tanta fiducia a un uomo
solo, il mio profumo sulla piega del collo e ai lati del viso mentre il più
perverso piano criminale sostituiva la legge e macchiava di sangue l’ Europa,
il rossetto spalmato sulle labbra, la camicia bianca trasparente e voi ancora
chiusi dove quel mondo non esiste più e di lui si può solo leggere sui libri.
Mi sono avvicinata alla porta perché volevo salutarvi, mi
sembrava giusto farlo, ma le vostre risate complici erano più spesse di un muro
da scavalcare. Ho attraversato il corridoio camminando all’indietro per qualche
metro, barcollando sui tacchi in modo pericoloso, poi come se fossi stata
inseguita dal fuoco mi sono precipitata fuori casa chiudendomi la porta dietro
la schiena. Ho aspettato immobile sul pianerottolo che qualcosa dentro di me
scattasse, che mi facesse scendere le scale, salire in macchina per raggiungere
uno sconosciuto mentre mio marito e mia figlia terminavano una tesina di
storia.”
Tratto da “Un uso qualunque di te” di Sara Rattaro.
Un
personaggio, Viola, che racchiude dentro di sé tanti aspetti, spesso contrastanti
fra loro. Un viaggio dentro le emozioni,
le inquietudini, le debolezze, le inadeguatezze e…il riscatto di una donna. Viola ti cattura,
ti intrappola, ti interroga. Ti esplode
(letteralmente) e ti rimane in testa. Non è facile dimenticare questo romanzo.
Questo, perlomeno, è quanto successo a me. Coraggiosa e bravissima la
scrittrice nel trattare un tema simile!
Carlè
Nessun commento:
Posta un commento