Per la nascita di una "compagnia dell'anello" in grado di fronteggiare uniti ogni tipo di predominio a difesa di tutti. Auguri per un parlamentare: -tipo guerriero-Aragorn, che possa difendere il più piccolo dei piccoli. A partire da quelli che ora sono costretti a frugare nei cassonetti per rubare un po' di cibo, -tipo hobbit-Frodo, ovvero un cuore coraggioso che possa sostenere il peso di avallare e sostenere la legge-dignità! Una legge pensionistica che preveda un tetto minimo non inferiore ai 1000 euro e un tetto massimo non superiore ai 5000 euro, indipendentemente da quanto è stato versato a livello contributivo, -tipo elfo-Legolas, gentile e saggio, con profondo rispetto per la diversità. Un arco teso su mondi apparentemente ostili e differenti, un arco in grado di fronteggiare con destrezza, abilità, buon senso e spirito indipendente le molteplici varietà di culture e di etnie, -tipo nano-Gimli, rude, caparbio e superbo. Capace di amicizia grande e profonda, di ammirare la bellezza dell'amico e di farsi buttare nella mischia, pur di aiutare l'amico impegnato in una sfida impossibile. Di vincere con lui anche contro gli orchi, sfidando e irridendo la sorte, a vicenda, in una conta.
Auguri a Gandalf - il grande vecchio - di questa terra di mezzo...
UN UOMO si fece avanti, un padre di famiglia. Sul suo volto leggevi l'umiliazione e la paura. Così parlò al vescovo Ambrogio:
"Vescovo Ambrogio, ho bussato a tante porte, ho incrociato molti sguardi sorridenti e inflessibili: chi darà lavoro a un cinquantenne? Stendo queste mani umiliate d'essere inutili: chiedo di guadagnarmi il pane lavorando in pace; invece eccomi a vivere di pazienza e di precaria compassione. Mentre la sfacciata opulenza sembra rimproverare ai poveri d'essere stupidi o lazzaroni".
Così parlò il vescovo Ambrogio:
" Non fu avara con me la vita: ho conosciuto la sicurezza che infondono le antiche case, dove ogni pietra ricorda imprese gloriose degli avi e le mura solide proteggono un ragazzo e il suo futuro. Non fu avara con me la vita e ho conosciuto la tentazione dell'orgoglio: vagando per ore tra frutteti e campi coltivati mi sono sorpreso a pensare: ' tutto questo ci appartiene, fin dove giunge lo sguardo posso dire: è mio!' e mi sono sorpreso a compiacermi dello sguardo deferente della gente al lavoro. Non fu avara con me la sorte: non ho conosciuto mai la trepidazione sul benessere di domani. Eppure un giorno condotto a forza dai palazzi del potere a camminare tra la gente ho letto negli sguardi l'umiliazione della miseria, la rabbia per l'ingiustizia, l'invocazione d'aiuto. Ho sentito l'odore della povertà, ho visto lo squallore dove piangono i bambini, mi ha stretto il cuore il sorriso imbarazzato e il dignitoso riserbo che non sa chiedere niente e ha bisogno di tutto. Allora ho amato la speranza di una nuova fraternità, ho sfidato l'azzardo della condivisione e non ho ritenuto esagerato che ogni mio bene fosse offerto a chiunque ne avesse bisogno. Allora ho alzato il mio grido come un lamento, come un'invocazione, come un'invettiva. Non mi illudo che l'anima dell'uomo sia guarita per sempre dall'avidità di possedere, ma invoco che i discepoli di Cristo combattano l'idolatria della ricchezza, una testa della grande bestia che fa la guerra ai santi. Non conosco vie semplici per uscire da complicate ingiustizie, ma oso pregare che non sia spenta la speranza. le energie più vive e le intelligenze più creative della nostra gente possono inventare percorsi più coraggiosi, perchè il benessere non sia un privilegio e la ricchezza non sia un idolo al quale sacrificare la pace delle famiglie e il sorriso dei bambini. Non so chi mi ascolterà, ma oso ripetere le invettive dei profeti e le parole dure di nostro Signore: Guai a voi, ricchi! Guai allo sperpero scandaloso che si svolge sotto lo sguardo degli affamati! Guai al calcolo spietato che si approfitta del debole indifeso! Guai all'avidità insaziabile che rovina il povero, come se volesse abitare da sola tutta la terra! Ma tutti voi che cercate lavoro, tutti voi che temete il futuro, tutti voi che trepidate di un incerto presente, non lasciatevi cadere le braccia, non rassegnatevi a una inerte attesa, non vivete solo di lamenti e pretese! La vostra povertà non vi renda meschini e insensibili alla povertà degli altri, le ingiustizie subite non vi rendano ingiusti. La fiducia del Signore e la stima di voi stessi sia come sorgente di fantasia e di intraprendenza, e siate fieri di accettare la sfida, pronti a unire le forze, coraggiosi a sostenere la fatica. Benedica il Signore le vostre case, benedica i desideri buoni. Benedica ed esaudisca". Sant'Ambrogio (tratto dalla lettera di Natale 1996: Sette dialoghi con Ambrogio vescovo di Milano - di Carlo M.Martini )
...Ama è una donna che può essere soddisfatta. E' diversa da tutte le altre donne che ha conosciuto.
O comunque da quelle che ha amato. Non sa nemmeno se le ha davvero conosciute, se la cosa sia mai stata possibile, non sa se un uomo può davvero mai conoscere una donna. Le donne che ha amato, dicevamo. Donne che non conoscevano il senso della parola soddisfazione. Donne che, dopo aver ottenuto quello che volevano, volevano subito di più. Non per avidità. Non era una questione di avidità... Erano donne che agivano, pensavano, amavano, cercavano, regalavano. Ma soprattutto donne che sognavano, e questa era la cosa più pericolosa. Donne che sognavano. Donne pericolosissime. ... Ama non ha questo genere di problemi. O lui non ha questo genere di problemi con Ama. Tanto per cominciare, lei è meno intelligente delle altre. Il che non vuol dire che sia stupida. Anzi. Lui sa che la gente parla, che la vedono come una "sempliciotta", e sa che la loro storia è un po' stereotipata, il chirurgo che si mette con l'infermiera. Ma ora sa che sua moglie è un genio, un tipo di genio completamente diverso rispetto alle donne che l'hanno preceduta. Ha una sua forma di genialità, una sorta di genialità animalesca, la caparbietà dell'animale quando vuole ottenere qualcosa. Qualcosa di cui ha bisogno, senza distruggere l'ambiente circostante. Senza abbattere la giungla. Senza farsi del male. Non l'avrebbe mai considerata un talento, se non fosse stato per la tendenza che quelle altre donne più intelligenti avevano all'autoflagellazione e all'insicurezza. Ama non è una che si fa del male da sola. Non le passerebbe mai per la testa. Di mettersi in discussione. Di esigere dalla propria psiche un piccolo tributo di dolore in cambio dei piaceri mondani sebbene il mondo non lo richieda. Il fatto è che lei non è una pensatrice...
Laddove si nasconde la bellezza, la forza, il coraggio di vivere, nonostante tutto. Mi piacerebbe vedere la nascita di Ryan e stare seduta accanto alla giovane mamma siriana, in silenzio, per ammirare... Fiori che crescono nonostante le mostruosità!
Papa Francesco, un concentrato di gioia allo stato puro! Quanto è importante saper coniugare gesti e parole per affermare la sfera dei valori... Semplicemente disarmante!
77 anni domani. Auguri Papa Francesco! Sempre con te!
Cosa significa dire: "Troverete un bambino", se non che troverete la sapienza che balbetta, la potenza resa debole, la maestà abbassata, l'immenso fatto bambino, il ricco fattosi poverello, il re degli angeli che giace in una stalla, il cibo degli angeli divenuto quasi fieno per gli animali, colui che da nulla può essere contenuto, adagiato in una stretta mangiatoia?
(S. Antonio, Natale del Signore) - tratto dal Messaggero di sant'Antonio, dicembre 2013 -
E quelli che l'hanno trattato più male son quelli che hanno inventato il Natale...
Per neutralizzare la timidezza è necessario non avere paura di essere se stessi, non avere paura di sbagliare. L'Italia, il mondo, ha bisogno della voce dei giovani (uomini e donne) ex timidi. E' il "grido" migliore che si possa ascoltare...
TIMIDEZZA
Appena seppi, solamente, che esistevo
e che avrei potuto essere, continuare,
ebbi paura di ciò, della vita,
desiderai che non mi vedessero,
che non si conoscesse la mia esistenza.
Divenni magro, pallido, assente,
non volli parlare perché non potessero
riconoscere la mia voce, non volli vedere
perché non mi vedessero,
camminando, mi strinsi contro il muro
come un’ombra che scivoli via.
Mi sarei vestito
di tegole rosse, di fumo,
per restare lì, ma invisibile,
essere presente in tutto, ma lungi,
conservare la mia identità oscura,
legata al ritmo della primavera.
Pablo Neruda
Impegnati tu ha dare un senso alle cose stabilisci finalmente una verità
Nessuno tocchi l'amore
Nessuno tocchi l'amore
Nessuno tocchi l'amore ....
Per te, Lorenzo detto il Mini, che con la tua umiltà, il tuo immancabile sorriso e la tua grandezza, sei l'immagine della Mamma celeste a cui hai consacrato la tua vita. TI VOGLIO BENE! Carlè
Quando era la stagione di innamorarmi non mi ponevo il problema. Ora non sarebbe solo un problema, ma una comica tragedia. L'innamoramento dovrebbe essere un fatto spontaneo a 20 anni o 30. Che io decida di farlo ora? E se lui non mi fila neanche a pagarlo? Dovrei stupirmi? Mi stupirei se qualche folle si innamorasse di me. Però ci ripenso... lasciamo che succeda poi si vedrà il da farsi.
Dolcezza, mai parola fu così appropriata nell'esprimere un momento scolpito sul volto, un gesto, un istante magico fissato nell'attimo in cui si realizza. Dolcezza è il volto di un bambino quando si illumina per una carezza ricevuta o un gesto di affetto. Dolcezza è fare qualcosa per qualcuno senza alcun tornaconto. Dolcezza è stringere una mano tesa. Dolcezza è quando due sguardi si incrociano e senza proferir parola si è detto tutto. Dolcezza è riuscire a rilassare la mente e sentire il corpo vibrar di emozioni. Dolcezza è ascoltare musica, lasciarsi condurre dalle magiche note e sognare. Dolcezza è quando accarezzo con lo sguardo la persona che ami, senza sfiorarla nemmeno con l'alito del respiro, amandola.